Ciao Mondo 3!

BTFX FURY750 00018Cari utenti di Xtremehardware.com, oggi vi presentamo un alimentatore molto interessante, curato nei minimi dettagli ma soprattutto potente ed affidabile: stiamo parlando del nuovo top di gamma in casa Bitfenix, il Fury 750G. Si caratterizza per un Wattaggio elevato, una ripartizione single rail delle linee da +12V, un design raffinato ed una tipologia dei cavi più unica che rara. Scopriamolo insieme, sia all'interno e sia con la nostra piattaforma di carico. Buona lettura!

 

Bitfenix logo

 

L'azienda taiwanese è formata dal connubio di esperti nel settore tecnologico e in quello dei pro-gamers. L'obiettivo è quello di esaudire il più possibile i desideri degli utenti, in modo tale da creare un rapporto molto diretto con la comunità globale, ascoltandone le esigenze più comuni e creando prodotti con un design eccezionale, che escano dai normali canoni di progettazione. Seguendo questo principio sono stati realizzati diversi prodotti interessanti, tra cui il gigantesco cabinet Colossus, il Survivor e la nuovissima versione Prodigy, che ha riscosso un grandissimo successo soprattutto da parte dei modders, per via delle grandi potenzialità e della grande bellezza di questo modello.

Oltre ai cabinet, Bitfenix ha commercializzato anche dei connettori sleevati di indubbio valore, facenti parte della serie Alchemy; oggi vi presentiamo dunque la nuova linea di alimentatori di questo marchio, un traguardo importante perché è la prima serie. L'unità Fury 750G sulla carta sembra essere un prodotto davvero meritevole e le ragioni sono molteplici. Partendo dall'estetica e dalla funzionalità, il produttore ha cercato di utilizzare una piattaforma rodata ed affidabile, ponendo l'attenzione su componenti di prim'ordine, ed utilizzando una ripartizione Single Rail per la +12V, che si rende necessaria qualora fosse utile utilizzare sistemi di alimentazione non ordinari, ad esempio nel campo del GPU Mining come vedremo nel corso di questo articolo. Diamo uno sguardo all'unità: 

 

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Il nostro fine è analizzarne il corretto funzionamento in un sistema particolarmente potente, che permetterà di replicare le condizioni di massimo utilizzo di quest’unità. Siamo stati in grado di testarlo fino a poco meno di 702W di consumo, direttamente a monte della presa di corrente, e come vedremo si è dimostrato un ottimo modello, capace di reggere quindi un i7 920 overcloccato ed overvoltato, assieme ad una GTX480 overcloccata ed overvoltata sotto furmark. Ricordiamo che questo modello di GPU è uno dei più problematici sotto il punto di vista del consumo energetico, a maggior ragione se overvoltate, nel qual caso si raggiungono livelli davvero senza paragone, ragion per cui utilizzandola si possono replicare situazioni al limite di carico, ad esempio con modelli top di gamma in situazioni di overclock elevati. Quello che vedrete oggi sarà lo scenario peggiore, quindi non dovrete minimamente preoccuparvi per un vostro eventuale utilizzo di questa unità. Rimandiamo al capitolo “Configurazione di test” per le impostazioni utilizzate.

 

LINK AL SITO DEL PRODUTTORE http://www.bitfenix.com/global/en/

 

LINK AL SITO DEL PRODOTTO http://www.bitfenix.com/global/en/products/power-supplies/fury/

 

VIDEO DEL PRODUTTORE 

http://www.youtube.com/watch?v=INDyHx0aaVQ

 

Da notare che il Bitfenix Fury è stato appena inserito nella lista degli alimentatori consigliati da Intel per i rivenditori; bitfenix ha infatti collaborato con il colosso americano per far si che questa nuova serie si fosse resa compatibile con i nuovi standard di funzionamento in modalità Low Power C6/C7 per le CPU Intel Haswell. Questa modalità permette un deciso contenimento del consumo energetico nella modalità sleep. Non tutti gli alimentatori sono compatibili con questa nuova specifica, poiché potrebbe accadere che non siano in grado di garantire un minimo di 0.05A nella rail +12V, una potenziale causa di problemi di stabilità.

 

http://www.intel.com/reseller/psu_selector/

 

Il prezzo consigliato è di circa 160 euro IVA inclusa e la disponibilità in commercio immediata.

 

Bitfenix Fury 750G Prodotto recensito da Matteo Trinca in data 4 Settembre 2014. Voto:4.5. Prezzo medio in Italia 160€

 


Bitfenix Fury 750G : specifiche tecniche

 

TECHSPEC FIX

 

 Qui sotto vi mostriamo la lista degli amperaggi consigliati, dal produttore NVIDIA, per alimentare le moderne schede grafiche:

PSU NVIDIA 

NOTA ErP Lot 6 2013: questa certificazione significa che il sistema segue la nuova direttiva Europea “eco-design” ErP Lot 6 2013, ovvero che l’alimentatore consuma meno di 0.5W nello standby mode*), a causa di una circuteria di alimentazione 5Vsb molto efficiente.

*: solo in combinazione con una scheda madre avente la medesima certificazione ErP Lot 6 2013

 


Bitfenix Fury 750G : confezione, bundle e connettori

 

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Non ci dilunghiamo molto sulla confezione esterna in quanto le immagini sono particolarmente esplicative, comunque sia la confezione è di ottima qualità, sia per le informazioni esterne, sia per l'eccellente imballo interno, caratterizzato da fustellati di polietilene espanso.

 

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All’interno della confezione troveremo una dotazione elementare, ma c'è tutto quel che serve. Troveremo:

  • l’alimentatore
  • pacco cavi sleevati modulari 
  • cavo di alimentazione dedicato CA C13
  • sacchetto con viti M3
  • fascette di cablaggio
  • manuale

 

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Ricordiamo che è parzialmente modulare, abbiamo fornito i dettagli della ripartizione dei connettori nella tabella delle specifiche tecniche

 

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Forniamo le fotografie del manuale:

 

DO NOT

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Bitfenix Fury 750G : analisi dell'esterno

 

Analisi dell’esterno

L'alimentatore Fury nasce innanzitutto per essere un complemento, probabilmente d'arredo unendo l'utile al dilettevole, ai case Bitfenix. La tipologia dei cavi sleeved Alchemy si sposa bene con un utilizzo per lavori di modding, che se associati ai LED proprietari ed ai case della serie Prodigy o Colossus, fanno si che ci sia un fortissimo ordine, una grande pulizia interna visiva e non ultimo una forte praticità nella procedura di installazione, e manutenzione. Il telaio esterno, conoscendo il marchio, non poteva che essere estremamente curato, ragion per cui è uno dei modelli più elaborati che abbiamo analizzato fin d'ora, sotto questo punto di vista. 

 

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L'unità come si evince dalle fotografie presenta un look aggressivo, ma ciò che importa è la ripartizione dei connettori posteriori, e la loro tipologia.

 

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Bitfenix si è affidata al produttore primario FSP Group, e ciò si evince anche dalla forma dei connettori posteriori, che presentano il medesimo sistema di aggancio verticale. Il connettore di alimentazione in ingresso ha lo standard C14, quindi di dimensioni classiche ed il pulsante di accensione/spegnimento è di dimensioni classiche. La ventola utilizzata è da 135mm ed è un modello valido, avente un motore con FDB (bearing), che assicura un ottimo MTBF. La verniciatura è ottima e non sono presenti sbavature o imperfezioni.

 

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NOTA CONNETTORI: facciamo presente che sarebbe opportuno che i produttori standardizzassero gli ingressi posteriori perché ciò potrebbe permettere l’inserimento di altri cavi standard qualora fosse necessario, o qualora vadano perduti quelli originari. La mancata standardizzazione in molti casi può essere più un problema che un fattore positivo per l’utenza finale, anche se comunque in questo caso siamo dinanzi allo standard.

 

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Indubbiamente la cura per i dettagli è elevatissima

 

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Lateralmente, in alto, c’è uno sticker che segnala la perdita della garanzia della casa produttrice qualora dovesse essere rimosso o forato, per permettere lo smontaggio della scocca, cosa presente nella quasi totalità degli alimentatori attualmente in commercio. Posteriormente sono presenti invece le classiche fessure d’aerazione, esagonali a nido d’ape assieme all’ingresso della corrente.

 


Bitfenix Fury 750G : analisi dell'interno

Ora procediamo invece all’analisi delle componenti presenti all’interno della scocca di protezione esterna.

 

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É presente la certificazione di Ecova Plug Load Solutions 80 Plus Gold e quindi l’unità viene pubblicizzata come avente un’efficienza molto elevata, fino al 92% al 50% del carico. Un elevato valore di quest’ultimo parametro permette un minore consumo elettrico e quindi un inferiore costo della bolletta elettrica alla fine del mese; ciò consegue un’operatività più silenziosa dovuta al minore calore generato ed infine la consapevolezza di avere un prodotto decisamente più rispettoso delle problematiche ambientali inerenti allo spreco di energia elettrica.

 

ATTENZIONE: Ricordiamo che questa procedura, per via della rimozione di un numero molto elevato di viti e della rottura del sigillo di garanzia, invalida quest’ultima (5 anni di garanzia !). L’apertura quindi è altamente sconsigliata a meno che non sia scaduta la garanzia e che sia necessario cambiare la ventola, o eseguire direttamente riparazioni o misurazioni (da effettuare solo da personale esperto e qualificato). L’apertura dello scudo esterno di protezione richiede una certa manualità quindi vi invitiamo caldamente a fare la massima attenzione durante questo processo, anche per evitare che si possa spanare qualcuna delle viti.

 

 

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Primario: comparti di filtrazione delle EMI ed RFI e switch primario

Bitfenix ha scelto la collaborazione con FSP, sfruttando la piattaforma utilizzata nella serie Aurum. Senza scendere quindi troppo nei dettagli, dato che abbiamo già analizzato il design al link seguente, vi mostriamo le componenti principali di questo design:

 

http://www.xtremehardware.com/recensioni/alimentatori/alimentatore-fsp-aurum-cm-gold-au-750m-201204046768/?start=5

 

La topologia nel primario è ACRF e nell'RFI Transient Filtering Stage troviamo il solito, completo elenco di componenti di FSP ovvero due condensatori ad X, due ad Y, induttori ed ovviamente l'assenza del MOV, poiché FSP adotta generalmente il chip proprietario MIA IC, a tale scopo, presente ovviamente in questa unità.

 

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Da notare il chip FSP 6601

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NOTA GENERICA: il transient filtering stage viene posizionato necessariamente dietro all’ingresso della corrente AC  e devono essere incluse le necessarie componenti affinché non ci siano interferenze elettromagnetiche. In merito al varistore (MOV, Metal Oxide Varistor), quest’ultima è sostanzialmente una resistenza, voltaggio-dipendente, che protegge l’alimentatore ed il sistema da picchi di voltaggio provenienti dalla rete elettrica esterna. Vi ricordiamo che se un alimentatore non è dotato di un MOV nell’EMI/RFI Transient Filter si dovrebbe sempre utilizzare il proprio sistema con un gruppo di continuità (o UPS), che agirà da filtro a protezione dei picchi di voltaggio; questi ultimi potrebbero danneggiare seriamente non solo l’alimentatore stesso ma anche l’intero sistema! In alcuni casi questa componente viene rimossa per ragioni di costo di produzione, e progettazione.

 

A seguire gli elementi del ponte raddrizzatore, un induttore, dei MOSFET per la Active PFC sul Bridge Rectifier ed un condensatore Rubycon, da 450V e 390μF, certificato a 105°C. 

 

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NOTA GENERICA: i condensatori del circuito primario agiscono come buffer e sono molto importanti perché la loro presenza aiuta a proteggere il nostro alimentatore ed il computer stesso da pericolosi sbalzi di tensione e generalmente vengono collegati in parallelo al fine di sommare le singole capacità o, alternativamente, per modelli meno potenti. La tipologia dei condensatori utilizzata è quindi molto importante perché la vita di queste componenti si dimezza in base all’aumento della temperatura di ogni 10 gradi Celsius, sotto un normale carico di lavoro; questo significa che utilizzando modelli di condensatori capaci di gestire, senza il minimo problema anche 105 gradi Celsius, la durata della loro vita potrebbe essere addirittura pari al doppio rispetto a modelli standard da 85 gradi Celsius! Questo fattore è uno dei più sponsorizzati nel campo degli SMPS, non a caso ci si vanta della presenza di condensatori giapponesi nella propria unità, capaci appunto di sopportare temperature maggiori e quindi prolungare la vita stessa dell’unità.

 

NOTA GENERICA: la colla sul PCB che osservate è uno degli standard di montaggio, perché così facendo si posizionano prima le componenti sul PCB inferiore, poi si fa in modo che aderiscano al PCB tramite l’adesivo termico ed infine  c’è l’inserimento dell’intera struttura nella macchina di saldatura a onda (senza Piombo presumibilmente). Così facendo si ottiene una qualità di assemblaggio, e conseguentemente di saldatura, migliore.

 

Trasformatore e secondario

 

 

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Nel secondario viene utilizzato un design sincrono, dove due MOSFETs permettono la generazione della +12V, sebbene venga utilizzata una regolazione di gruppo a partire dalla 5V, che tramite un DC-DC converter permette la generazione della rail 3.3V. Lo scenario è identico appunto alla precedente versione FSP. I condensatori nel secondario sono prodotti da Nippon Chemi-Con (serie KZE e KY), ratificati a 105°C. Come chip di regolazione OCP è stato utilizzato il Weltrend WT7527 (N161):

 

WELTREND

  

 

NOTA SINGLE/MULTI RAIL: è meglio single o multi-rail ? Il problema sarebbe un tantino complesso da affrontare perché sarebbero molti i parametri da discutere ed approfondire, però con alimentatori di fascia alta generalmente non c’è differenza. Il fatto che ci siano Single Rail, specifiche e dedicate, porta ad una generale ripartizione migliore dei cavi, e della corrente in uscita, rispettando quindi la specifica Intel nella ripartizione della potenza. Molti alimentatori multi rail in realtà non sono altro che single rail con saldature più o meno curate. Gli alimentatori Single Rail sono molto apprezzati per l’overclock estremo in quanto spesso si eccedono le limitazioni imposte dallo standard ATX sulla singola linea. In questo caso siamo dinanzi ad un alimentatore di questa categoria (Single Rail).

 

Quanto detto precedentemente corrisponde al vero, però bisogna anche ricordarsi che Intel stessa specifica che gli SMPS dovrebbero avere sistemi multi-rail con corrente massima di 20A per canale. In questo caso siamo dinanzi ad un valore pari a tre volte tanto.

 

Ricapitolando la qualità delle componenti risulta essere buona, ma similmente allo scenario analizzato nella recensione dell'Aurum si poteva certamente fare di meglio. Sono in commercio unità aventi componenti e topologie migliori, quindi in sostanza si è cercato di dirottare l'attenzione non tanto sul top di gamma in termini di componentistica, quanto sul top di gamma in fatto di estetica, e marketing. L'utilizzo di condensatori giapponesi è un punto a favore, ma sarebbe opportuno che fosse utilizzata una topologia LLC, saldature posteriori migliori, condensatori posteriori per la soppressione del ripple e magari un sistema di termoregolazione migliore, e più silenzioso. 

 


Bitfenix Fury 750G : meccanismi di protezione e PCB

Un alimentatore, per essere di ottima qualità, deve possedere un elevato numero di protezioni; analizziamo quali sono quelle principali e quali, tra queste, sono state utilizzate per questo modello.

 

Meccanismi di protezione e PCB

Generalmente queste sono le protezioni più diffuse ed a destra ne riportiamo, o meno la presenza:

  • OCP, si
  • OPP, si
  • OTP, si
  • OVP, si
  • SCP, si
  • UVP, si
  • SIP, non specificato
  • NLO, non specificato
  • BOP,  non specificato

Molti di voi però si staranno chiedendo cosa significano queste sigle, scopriamolo insieme:

 

“OCP”- L’Over Current Protection è un meccanismo che impedisce l’arrivo di una corrente eccessiva sulla singola linea di alimentazione. Questo sistema porta a far si che non ci siano sovraccarichi dell’alimentatore, che potrebbero causare danni anche alla rete elettrica. Questa protezione è richiesta dallo standard di produzione ATX12V. E’ una protezione molto importante, che possiamo trovare d’altronde persino nei contatori delle nostre abitazioni; basa il proprio funzionamento su uno strumento chiamato “Circuit Breaker”, che è la moderna evoluzione dei fusibili, su piccola e larga scala. I padri ispiratori sono stati Joseph Henry ed un certo sconosciuto ‘’Michael Faraday’’ (uno dei pionieri nel campo dell’elettrochimica e dell’elettromagnetismo), anche se poi venne brevettato per la prima volta da Thomas Edison nel 1879 ( anche se poi lui stesso, commercialmente, utilizzò il sistema dei fusibili ); i moderni sistemi invece traggono origine dal progetto dell’ingegnere tedesco Hugo Stotz. Il “National Electrical Safety Code®” riporta la seguente dicitura: “any current in excess of the rated current of equipment or the ampacity of a conductor. It may result from overload, short circuit, or ground fault (Article 100-definitions)”.

 

“OPP” – Chiamata comunemente Overload Protection oppure Over Power Protection, si intende il meccanismo di protezione contro il sovraccarico dell'alimentatore (senza il limite per le singole rail). In sostanza spegne l’alimentatore qualora la tensione dovesse andare fuori specifica per un tempo superiore ad 80ms, grazie ad un circuit breaker (o peggio un fusibile) che agisce in base alla tipologia di OPP utilizzata ovvero istantanea oppure a tempo (TOC). E’ definita quindi come un carico di corrente che eccede un dato ammontare a causa di un evento inatteso, appunto quindi il sovraccarico. In una buona parte dei casi l’alimentatore dovrebbe, e si usa il condizionale, attivare questa protezione qualora fosse necessario, ma dato che in linea teorica potrebbe essere attivata anche solo tramite la semplice transizione tra stato attivo e stato di riposto, viene attivata solo dopo un certo lasso di tempo, per discerne tra situazioni transienti oppure derivanti da un sovraccarico propriamente detto.

 

“OTP” – La protezione da sovra-temperatura ovviamente agisce contro il riscaldamento dell’unità, ed è una specifica richiesta nella normativa ‘’12V’’. L’ Over Temperature Protection è anche spesso associata a OLP(OverLoadProtection/OverPowerProtection). A tal fine vengono utilizzati sensori chiamati termistori, applicati sia sul PCB che su dissipatori passivi in alluminio.

 

“OVP” – L’ Over Voltage Protection è un’altra delle specifiche richieste dalla normativa “12V” ed è un meccanismo che fondamentalmente protegge l’alimentatore, e conseguentemente il sistema annesso, da una tensione eccessiva su una determinata rail. Ciò accade per via di un malfunzionamento nel secondario, e quindi in questi casi è necessario abortire le operazioni per evitare danni strutturali, derivanti da una corrente eccessiva che fa aumentare sensibilmente la tensione sul singolo canale, che potrebbe andare oltre quella da specifica. E’ proprio qui che dovrebbe agire il controllo.

 

“SCP” - La Short Circuit Protection è una protezione contro i cosiddetti corto-circuiti, e quando ne viene rilevato uno viene immediatamente interrotta l'alimentazione all’unità. Questa è una delle protezioni più diffuse negli SMPS.

 

“UPV” – Questa è invece l’ Under Voltage Protection, che al contrario protegge da una bassa tensione sulle linee di uscita. Si è visto, con frequenza molto minore, che sebbene basse tensioni non riescano a danneggiare i componenti dell’alimentatore, sarebbe possibile invece che possano pregiudicarne la stabilità. Come è possibile osservare dal grafico, tramite l’analisi mediante un oscilloscopio, grazie all’ausilio di uno specifico circuito di protezione è possibile limitare di molto la stabilità di una determinata rail. Nella prima situazione possiamo osservare il repentino aumento della corrente nel finale, nella seconda invece il conseguente abbassamento di tensione senza un circuito UVP, mentre infine nella terza il comportamento qualora fosse presente. Questo circuito permette di non andare sotto i 5mV, grazie ad un supplemento di voltaggio addizionale qualora si dovesse scendere sotto questa soglia.

 

“SIP” - Oltre a queste è presente la protezione SIP ovvero la “Surge&Inrush Current” protection. Quando un dispositivo elettrico si accende per la prima volta c’è un picco di corrente in entrata, istantaneo. Questo porta alla necessità, da parte dei circuiti di protezione OCP, di reagire immediatamente per sovraccaricare o cortocicuitare, ma non interrompere il circuito quando la corrente, generalmente inoffensiva, fluisce. Questa protezione è possibile tramite l’adozione di dispositivi contenenti ossidi di metallo ceramici, capaci di sopprimere larghe correnti in entrata. E’ da notare che generalmente non viene menzionato, sebbene invece sia comunque presente negli alimentatori di buona qualità. Menzionarlo probabilmente è più un fattore di marketing, che altro.

 

“NLO” – Stiamo parlando della No Load Protection ovvero un sistema che permette di accendersi anche qualora non ci fosse carico nelle sue linee di uscita. Stando alle informazioni riportate in portali di elettronica, non è una protezione vera e propria, quanto piuttosto uno standard di riferimento.

 

“BOP” – La Brown Out Protection implica la presenza di un meccanismo di compensazione per un intenzionale, o non intenzionale, calo di voltaggio in un SMPS. Questa pratica di ridurre il voltaggio improvvisamente è utilizzata in casi di emergenza per ridurre il carico di potenza in uscita. Questa riduzione  è tale per periodi prefissati, da minuti ad ore. In caso di Blackout può addirittura essere imposta come misura preventiva dell’ultimo secondo. Nel caso delle periferiche che utilizzano questi sistemi di protezione (quindi SMPS dato che stiamo parlando di alimentatori), non ci saranno problemi in questi casi. E’ da notare che generalmente non viene menzionato, sebbene invece sia comunque presente negli alimentatori di buona qualità. Menzionarlo probabilmente è più un fattore di marketing, che altro.

 

Riassumendo, quasi tutte ! Eccellente notizia.

 

 


Bitfenix Fury 750G : meccanismi di dissipazione, ventola e rumorosità

 

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I dati di targa della ventola sono i seguenti: Protechnic Electric, modello MGA12012HF-A25.

Caratteristiche tecniche: 12V, 0.45A, 2400 RPM, 84.8 CFM, 37 dBA, 155g.

 

Sorge spontanea una domanda: per quale ragione Bitfenix commercializza questa unità con la dicitura "ventola da 135mm" quando in realtà è montata una 120x25mm? Che non ne siano al corrente? Errore di battitura o di marketing? Misteri, del .. marketing. Ad ogni modo non preoccupatevi, è una ventola da Server, quindi massima affidabilità e poliedricità. Viene utilizzata in molte serie di alimentatori FSP. Detto questo però, il campanellino d'allarme sarebbe appunto la dicitura Server, cosa possiamo dire al riguardo? Essendo la stessa ventola dell'alimentatore FSP Aurum 750W che abbiamo recensito ad aprile 2012, vi riportiamo il paragrafo della rumorosità:

 

"Dopo aver accesso l’alimentatore la ventola gira poco sotto ai 1000RPM e sale di poco superato un carico inferiore ai 100W. Gli RPM crescono linearmente in base al carico ed abbiamo riscontrato una rumorosità elevata con carichi elevati. In sostanza non possiamo certamente considerarlo un alimentatore silenzioso, al contrario fa parte della categoria opposta; ci chiediamo per quale ragione non sia stata utilizzata una regolazione della velocità della ventola non lineare, forse l’esigenza di contenere le temperature – si veda nel rispetto delle specifiche tecniche certificato persino entro i 50 gradi centigradi – ha prevalso sulla silenziosità. A voi il dilemma: avere una soluzione qualitativamente molto elevata, indipendentemente dalla temperatura ambientale oppure averne una potenzialmente problematica ma con una rumorosità minore? Al massimo del carico l’alimentatore si fa sentire molto, per il resto riteniamo che il livello di rumorosità complessiva si attesti su livelli medio-alti. FSP utilizza una ventola da 120mm con Fluid Dynamic Bearing. Questa tipologia permette una lunga vita alla ventola ed è apprezzabile rispetto alle classiche tipologie a sleeve bearing.

 

In sostanza, lo scenario è il medesimo.

 

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Consigliamo di non sostituirla, anche perché Bitfenix offre 5 anni di garanzia e sarebbe un peccato sprecarli. In  questo caso è necessario montare l’alimentatore alla solita maniera, ovvero con le fessure di ventilazione rivolte verso il basso ( per favorire l’espulsione posteriore ed evitare l’accumulo di polvere).

 

Lunghezza cavi e modularità

La lunghezza dei cavi è ottima, come la loro tipologia. Non abbiamo riscontrato problemi di sorta e vi invitiamo a leggere la tabella delle specifiche tecniche. Vi facciamo una cortesia, riproponendo la fotografia dal manuale in dotazione:

 

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Sleeving e tipologia dei connettori

Ora però affrontiamo un discorso che potrebbe sembrare scontato, ma non lo è: lo sleeving dei connettori di alimentazione e la robustezza del sistema di aggancio dei singoli Pin. In linea teorica sarebbe possibile ipotizzare che un connettore piatto di alimentazione sia migliore di uno classico e molto rigido, vero? Purtroppo è vero in parte. Per esperienza personale, chi vi scrive, fa molta attenzione ad utilizzare prolunghe di alimentazione a 4 Pin Molex che non presentino sistemi di aggancio dei Pin molto rigidi, perche purtroppo l'interazione tra il Pin maschio e il Pin femmina ricevente è fondamentale sia per la stabilità, sia per il corretto funzionamento dell'unità. In diverse occasioni è successo che connettori lassi, hanno portato a problemi o deficit funzionali. Affrontammo in passato il discorso con Francesco Amore, Product Manager dell'azienda Italiana Nilox ed in fase di overclock estremo anche questo elemento si è rivelato essere importante; ad esempio utilizzando multimetri e sonde di misurazione poste all'interno dei singoli connettori, un contatto lasso può portare a problemi di rilevazione e contatto tra l'entrata ed uscita. In questo caso si è scelto di utilizzare una tipologia proprietaria, ben diversa dallo standard ma egualmente valida per quanto concerne le tipologie di innesto, con un forte grado di robustezza. Analizziamo i pregi e difetti delle diverse soluzioni:

 

PRO dei cavi classici di elevata qualità, con Pin resistenti e ben serrati

  • elevata rigidità = stabilità delle tensioni
  • nessun gioco dopo l'inserimento del connettore maschio nella femmina
  • elevata pressione laterale sulle sonde elettriche
  • facile lettura dei voltaggi, in base al colore

CONTRO dei cavi classici di elevata qualità, con Pin resistenti e ben serrati

  • minore capacità di adattamento o cablaggio in case aventi piccole dimensioni
  • elevata resistenza all'inserimento delle sonde elettriche

PRO dei cavi slim o connettori Low-Cost, con Pin meno resistenti e più lassi

  • facilissimo cablaggio
  • inserimento delle sonde elettriche facilitato

CONTRO dei cavi slim o connettori Low-Cost, con Pin meno resistenti e più lassi

  • generalmente c'è una peggiore interazione tra i connettori maschio e femmina
  • possono esserci giochi/movimenti laterali dei singoli Pin
  • potrebbe esserci, in casi estremi ovvero soluzioni low-cost
  • qualora fossero interamente neri/colorati, sarebbe difficile risalire ai singoli voltaggi, senza schematiche o comparazioni con connettori standard
  • CONNETTORI BITFENIX ALCHEMY, punti di forza
  • elevata rigidità nella giunzione tra connettori femmina e cavi sleevati
  • ottima stabilità delle tensioni per via delle connessioni rigide
  • Sleeving di assoluta qualità e robustezza
  • Connettori MLX facilmente estraibili, diversamente dalla soluzione reference che richiede la compressione laterale
    • CONNETTORI BITFENIX ALCHEMY, aspetti negativi
    • Potrebbero creare qualche leggera confusione per via del fatto che ogni cavo è sleevato singolarmente, si consiglia quindi l'adozione di uno sleeving singolo per tutto il connettore dell'alimentatore, oltre a quello dei singoli terminali di voltaggio
    • Non essendo colorate le giunzioni terminali, si deve risalire alle specifiche del connettore femmina in ingresso direttamente sull'alimentatore, oppure sul connettore maschio dell'altro terminale. Insomma, non sono connettori adatti per l'identificazione immediata dei voltaggi (aspetto ininfluente per i gamers ed il 99% dell'utenza interessata)

 

Insomma, ogni soluzione ha i propri pro e contro; tempo fa abbiamo analizzato brevemente i connettori SilverStone PP05 per gli alimentatori. Bene, in questo caso stiamo parlando però di connettori Slim, ma di fascia alta, che non presentano giochi o problemi simili a quelli menzionati in precedenza. Purtroppo però sono connettori molto particolari, che costano molto. Riportiamo alcune fotografie dei cavi in dotazione:

 

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É inutile far prsente che questa tipologia di connettori sia molto valida, sia in termini estetici e sia funzionali. Le giunzioni sono decisamente resistenti, ciò nonostante forse il fatto che non siano collegati potrebbe creare qualche complicazione di troppo. Consigliamo a tal proposito al produttore di adoperare un sistema di sleeving che renda il singolo connettore molto più compatto, invece che adoperare singole terminazioni che per il loro numero elevato possono creare qualche scompiglio. Con questa piccola accortezza, potremmo essere dinanzi ad uno dei migliori tipi di cavi mai realizzati. Peccato per l'assenza di indicazione dei voltaggi, ma d'altronde l'occhio vuole la sua parte.

 

Ora una domanda: quali sono le caratteristiche tecniche più importanti che vi porteranno ad optare per un modello di un alimentatore invece di un altro? Indubbiamente il rapporto prezzo/prestazioni, poi senza ombra di dubbio l’efficienza, la rumorosità sotto carico, gli amperaggi sulla linea da 12V, l’affidabilità complessiva, il raffreddamento (che però è correlato al rumore, in questo caso abbastanza elevato), ed ultimo ma non per importanza la stabilità dei voltaggi sotto carico. L’insieme di questi valori porta un alimentatore ad essere un’ottima scelta, nel tempo; una componente che tende ad essere sottostimata durante la fase di assemblaggio di un PC. Al contrario l’alimentatore è una parte fondamentale, che vi permetterà appunto di alimentare sistemi potenti, possibilmente con stabilità e silenziosità. Nell’evoluzione degli alimentatori, nel corso degli anni la linea da +12V è cresciuta costantemente, per far fronte alle grandi richieste di corrente, prima proprie solo della CPU ed ora prevalentemente delle schede grafiche dedicate.

 

In questo caso siamo dinanzi ad un prodotto che è single rail, che presenta componenti di qualità, che è stato assemblato da uno dei principali produttori e che come vedremo risulta essere molto interessante anche per quanto concerne le performance complessive.

 

 


Bitfenix Fury 750G : metodologia di test

Abbiamo deciso di testare l’alimentatore installandolo in un nostro sistema di test per verificare il comportamento in un caso reale, quindi soffermandoci su diverse situazioni ipotetiche che troverete nel vostro sistema. Stiamo realizzando una procedura di test rigorosa, tramite un simulatore di carico dedicato, purtroppo al momento tale sistema di test non è ancora ultimato, quindi dobbiamo fare necessariamente una simulazione di carico tramite un Personal Computer, analizzando varie situazioni che ci permetteranno di verificare il consumo, l’efficienza, il PFC e la stabilità dei voltaggi. Verranno anche fatti una serie di test per quanto concerne i bassi livelli di carico, al fine di verificarne l’efficienza; questo è particolarmente importante quando il PC è in IDLE con i sistemi di risparmio energetico attivati. Come software di test è stato utilizzato Prime95, per mandare sotto carico la CPU e FurMark invece per quanto riguarda la GPU. Le misurazioni in Volt sono state effettuate tramite l’analisi diretta grazie ad un multimetro professionale.  Sono stati rilevati i valori della tensione sulle varie linee verificandone la stabilità. Durante la prova, la temperatura ambientale è stata di circa 25 gradi centigradi.

 

Di seguito le specifiche della nostra piattaforma.

 

SYSPROVA CPU e GPU

 

Abbiamo scelto di utilizzare come CPU un Core i7 920 revisione D0 in quanto permette di stressare in modo adeguato l’alimentatore, grazie al suo TDP di circa 130W a default. Come strumentazione abbiamo utilizzato un multimetro per l’analisi dei voltaggi sulle tre rail e di un misuratore di potenza per determinare il carico assorbito alla presa ed il fattore di potenza. È stato utilizzato OCCT e FurMark a diverse risoluzioni, tali da consentire un utilizzo appropriato e parametrato della scheda video e del processore. Sono stati utilizzati diversi settaggi, alle seguenti frequenze di lavoro:

 

NOTA TEST: abbiamo una procedura particolare, con carichi seriali. Qui potete osservare i preset e le misurazioni di consumo AC. Per le misurazioni di efficienza fate riferimento a quelle di Ecova Plug Load Solutions, leader mondiale nelle certificazioni degli alimentatori e proprietario della certificazione 80 Plus. Nel prossimo capitolo osserveremo il comportamento nel dettaglio, analizzando la stabilità sotto carico sulle singole rail.

 


Bitfenix Fury 750G : risultati del test

In questo capitolo prenderemo in esame alcuni dei fattori fondamentali per un alimentatore, l’efficienza e la stabilità sul canale dei 12V, quindi tutto ciò che riguarda la stabilità delle tensioni per la scheda madre, la CPU ed infine la scheda grafica. Al fine di darvi un giudizio complessivo migliore, anche riguardo l’efficienza dell’unità, vi riportiamo anche il test effettuato dall’azienda Plug Load Solutions, test che ne ha permesso la certificazione 80 Plus Gold presso l’organizzazione 80plus.org, ente che certifica tutti gli alimentatori immessi nel mercato.

 

ECOVA
 
RISULTATI CARICO
 

NOTA: facciamo presente che comunque le misurazioni di consumo sono indicative e sebbene siano presenti, la misurazione da prendere come parametro di riferimento è quella di Ecova Plug Load Solutions. Durante i test di carico se non si utilizza un simulatore, purtroppo non è possibile certificare il carico in A. Stesso dicasi per le misurazioni di temperatura, che dovrebbero essere condotte in un Hot-Box dedicato allo scopo, che purtroppo non è in nostro possesso (anche perché se fosse stato presente non sarebbe stato utilizzabile, data la procedura utilizzata).

 

La stabilità nel COLD test si è attestata su un livello leggermente inferiore a quello di Ecova. Probabilmente questa topologia dà il meglio di sé con temperature ambientali maggiori, ragione per cui sarebbe opportuno testarli in un Hot-Box. Ad ogni modo qui replichiamo le condizioni standard dell'utenza media, quindi la situazione è perfettamente in linea con quello che otterrete in prima persona. La stabilità delle singole rail è in linea con i valori dichiarati, sebbene sembri essere appunto leggermente sottotono la +12V. Problema relativo, stando ai test nelle Hot-Box appunto, non c'è nessuna ragione di preoccuparsi, né dati preoccupanti.

 

Non siamo andati oltre la soglia dei 702W (AC) quindi consigliamo di fare lo stesso, qualora si dovesse procedere all’acquisto dell’unità. Non sono presenti rumori derivanti da condensatori fischianti e la gestione termica è valida.

 


Bitfenix Fury 750G : conclusioni

 

oro

 

Prestazioni

4 stelle

 Valide, ottima certificazione

 

Prezzo

3,5 stelle

160 euro IVA compresa. Indubbiamente elevato, ma i connettori Sleeved Alchemy costano molto. 

Design Esterno

4,5 stelle - copia

Soddisfacente 

 

Design Interno

3,5 stelle

Valido, ma certamente migliorabile 

 

Bundle

5 stelle - copia

Eccellente, si veda nei connettori in bundle

 

Ventilazione

3,5 stelle

Ottima, peccato per la rumorosità con carichi pesanti

 

Montaggio

4,5 stelle - copia

Semi-modulare, ma con cavi eccellenti

 

Complessivo

4 stelle

 

L’alimentatore Fury 750G è un modello decisamente valido, che certamente riscuoterà successo fra gli addetti al settori, a maggior ragione per via dell'integrazione dei connettori della serie Alchemy. Le performance sono discrete in termini di stabilità ma ottime per quanto concerne l'efficienza, l'estetica è formidabile e vengono forniti 5 anni di garanzia. La nota dolente potrebbe essere il prezzo di acquisto, data la certificazione ed il carico massimo, ma per un sistema High end, considerando il numero molto elevato di protezioni onboard non ci sentiamo di definirlo eccessivamente marcato, poiché i connettori Alchemy hanno un valore intrinseco di oltre 50/60 euro se acquistati singolarmente. Ve ne consigliamo l'acquisto.

 

PRO

  • Parzialmente modulare
  • Ottima efficienza
  • Buona qualità costruttiva
  • Buona stabilità nel complesso
  • Cavi in dotazione lunghi, eccetto il 20+4 Pin standard
  • ttima tipologia dei connettori, made by Bitfenix, serie Alchemy
  • Eccellente numero di protezioni

 

CONTRO

Diversi elementi nel design interno migliorabili

      Non per gli amanti del silenzio, specialmente con carichi pesanti

Vi invitiamo a commenti e segnalazioni, siamo qui per aiutarvi e vi ringraziamo per la lettura.

 

Si ringrazia Bitfenix per il prodotto fornitoci in test

Trinca Matteo

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